Roma, 16 Novembre 2018
La notizia di ieri è che il Governo sta tornando sui propri passi, apportando modifiche al D.L. 119/2018.
In primis viene meno la possibilità per i contribuenti di presentare la c.d. “dichiarazione integrativa speciale”, che avrebbe consentito di sanare fino a un massimo di euro 100.000 di maggiori redditi annui, nel limite del 30% di quanto già dichiarato al Fisco nell’Unico originario.
Nel complesso lavoro di messa a punto dei quasi 600 emendamenti presentati al d.l. fiscale 119/2018 in commissione Finanze al Senato, si fa strada, invece, la sanatoria per gli omessi o tardivi versamenti, solo però per chi ha dichiarato tutti i redditi. In altri termini, dovrebbe (il condizionale è d’obbligo con questo Governo) essere allargato il perimetro della definizione agevolata anche a chi ha trasmesso all’AdE la dichiarazione dei redditi ma poi non è riuscito in tutto o in parte a versare le imposte a causa della crisi di liquidità connessa alla congiuntura economica sfavorevole, fenomeno molto diffuso negli ultimi anni.
La sanatoria in questione, su cui anche il Ministero dell’Economia e Finanze avrebbe dato un parere favorevole, si realizzerebbe con un’istanza telematica che il contribuente potrebbe presentare all’AdE, ottenendo così la possibilità di versare le imposte senza sanzioni. Sanatoria a cui potrebbero aderire anche i contribuenti non ancora raggiunti da alcun tipo di rilievo da parte dell’amministrazione finanzia, quindi anche qualora non siano stati emessi liquidazioni automatizzate (i cosiddetti «36-bis e 36-ter»).
Un’altra possibile novità: nella “pace fiscale” entreranno anche le irregolarità formali di lieve entità, ossia gli errori nella tenuta della contabilità o in altri adempimenti fiscali che però non hanno avuto impatto sulle imposte dovute. Sarà possibile mettersi in regola versando euro 200 per un massimo di cinque periodi d’imposta dal 2013 al 2017. Così come si potranno regolarizzare anche gli avvisi bonari. Mentre restano confermate le altre sanatorie, come la definizione agevolata delle liti pendenti che offre una via d’uscita dal contenzioso con sconto del 50% per chi ha vinto in primo grado e dell’80% per chi ha vinto in appello.