La CDP, l’Istituzione finanziaria dello Stato fondata nel 1850, interviene per anticipare liquidità non solo alle grandi imprese.

Roma, 26 Marzo 2020

Il prossimo 2 aprile il Consiglio di Amministrazione della CDP valuterà la linea tracciata in questi giorni dal proprio management, che vorrebbe portare all’approvazione della “cassaforte di Stato” misure per consentire l’erogazione diretta di finanziamenti alle imprese anche di media dimensione, per consentire l’erogazione di finanziamenti sotto la soglia minima attuale, particolarmente significativa atteso che è pari ad euro 25 milioni.

La CDP, pertanto, scende in campo per cercare di anticipare gli effetti delle misure adottate con il DL n. 18/2020 (il c.d. decreto Cura Italia), che tardano a divenire operative per la necessità di decreti attuativi.

Oggi come oggi la CDP, attraverso la gestione separata alla quale fa capo la raccolta postale, può dare prestiti alle imprese con merito di credito adeguato, ma solo per importi superiori ad euro 25kk. L’idea del top management della Cassa è quella di abbassare questa “imponente” soglia, concedendo prestiti di entità minore, nell’ordine di alcuni milioni di euro, e ciò per ampliare la platea dei soggetti finanziabili e fornire liquidità al tessuto imprenditoriale del Paese, un primo e concreto passo in avanti rispetto alle difficoltà enormi di un’economia bloccata.

Su altro fronte, come previsto dall’art. 57 del DL n. 18/2020, la CDP è al lavoro con il MES sul decreto attuativo, che introduce lo strumento della riassicurazione delle linee di credito concesse dalle banche. In particolare, questo il “meccanismo” ipotizzato dal decreto: lo Stato fornisce una garanzia alla CDP che, a sua volta, garantisce le banche che erogano le linee di credito a favore delle imprese, ma solo quelle di medie o grandi dimensione (cfr. Raccomandazione Comm. Europea n. 2003/361/CE del 6/5/2003). Il decreto è ancora in fase di redazione, ma i tempi non sembrano essere rapidissimi !

Potrebbe passare sempre attraverso questo meccanismo della “riassicurazione” anche il nuovo sistema di garanzie, fino al 90% dei finanziamenti, al quale il governo sta lavorando per supportare le imprese di tutte le dimensioni, quindi anche le micro e le P.M.I..

A tal riguardo, vale la pena di accennare che in questi giorni il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha confermato nuove misure che saranno introdotte nel più che mai atteso “decreto legge di aprile”. Secondo indiscrezioni dovrebbero essere introdotte garanzie indirette (per il tramite di CDP), garanzie dirette (come accade in Gran Bretagna, laddove vengono garantite dallo Stato direttamente le imprese), ma anche mutui a tasso agevolato.

Da segnalare che in questi giorni il Governo sta lavorando ad alcuni emendamenti da apportare al DL n. 18/2020 – decisamente lacunoso e per certi versi inattuabile – per ampliare la sua portata, in termini di concreti benefici. Uno degli obiettivi è estendere le garanzie fornite dal Fondo per le P.M.I. (oggi le uniche che possono accedervi), istituito presso M.C.C., anche alle imprese medie (fino a 499 dipendenti); oggi queste possono accedere solo per portafoglio di investimenti (dunque operazioni in pool) e per finanziamenti per il 60% destinati a nuovi investimenti, quando in realtà oggi serve liquidità alle imprese.

Nelle prossime settimane dovranno essere le PMI ad attivarsi presso le proprie banche, per rinegoziare gli eventuali prestiti non garantiti e per poter avere, contestualmente alla rinegoziazione, nuova finanza garantita da MCC, ma nel limite (onestamente esiguo) del 10% della linea oggetto di rinegoziazione.

Nella formulazione attuale della norma del decreto legge, tra i requisiti per accedere c’è la necessità che il credito sia in bonis: tra gli emendamenti allo studio, però, è prevista la possibilità di ampliare la platea anche alle imprese non perfettamente in regola.

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